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Food and drink in Mexico (1529?/1606)

Relatione d'alcune cose della Nuova Spagna
Food and drink in Mexico (1529?/1606).
Including a chapter 'Come si faccia il Cacao', a description of how to make bread, a note on the use of chili, etc.
-- Based on: G.B. Ramusio: Delle Navigationi et Viaggi. Volume terzo. Venetia 1606 (http://gallica.bnf.fr) -- There is a German translation of a somewhat different version of the text in: Schurig, Arthur (Hg.): Die Eroberung Mexikos durch Ferdinand Cortes. Leipzig: Insel 1923, p. 319-338 and 497f.: "Das Reich Mexiko und seine Hauptstadt Temixtitan. Bericht eines Offiziers aus dem Heere des Ferdinand Cortes, erhalten in einer italienischen Übersetzung, gedruckt 1529". However, I could not track down a copy of a 1529 edition, so far. The first edition of vol. 3 of Ramusio's collection was printed in 1565. Comparing the German translation with the text of Ramusio 1606, there are some differences, and it seems that the different editions might not have the same text in all details. -- Cf. also: Relación de la Nueva España : [texto bilingue] / Conquistador Anónimo. Ed. de Jesús Bustamante Madrid : Ed. Polifemo, 1986. I have not seen this edition so far.
-- Digital Version: Thomas Gloning 1/2004
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RELATIONE D'ALCVNE COSE DELLA
Nuoua Spagna, & della gran Città Temistitan Messicò,
fatta per vn gentil'huomo del Signor
Fernando Cortese.

(...)

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(...)

I cibi, che hanno, & che vsano.

Il grano di che fanno il pane è vn grano a guisa di cece, alcuni bianchi, & altri rossi, & altri neri,
& vermigli, lo seminano, & fa vna canna alta, come vna mezza lancia, & butta due, ò tre
panocchie, doue è quel grano a guisa di panico. Il modo con che fanno il pane è che mettono vna
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Pignatta grande sopra il fuoco, che tiene quattro, ò cinque cantara d'acqua, & gli accendono sotto
il fuoco fin che bolla l'acqua, & all'hora gli lieuano il fuoco, & dentro vi gettano il grano, che da
loro si chiama Tayul, & sopra esso gettano poi vn poco di calcina, perche gli lieui la scorza che
lo copre, & l'altro giorno, ouero de lì a tre, ò quattro hote, che si è raffreddato lo lauano molto
bene al fiume, o in casa con molte acque, onde resta molto netto della calcina, & doppo lo
macinano con certe pietre fatte a posta, & secondo che lo vengono macinando, gli vengono gettando
l'acqua, & si và facendo pasta, & cosi in vn punto macinandolo, & impastandolo fanno il pane,
& cuochonlo in certe cose, come tecchie grandi poco maggiori che vn criuello, & cosi facendo
il pane, subito lo mangiano, per esser meglio caldo che freddo. Hanno anco altri modi da farlo,
che fanno certi pani buffetti della massa, & gli inuoltano in certe foglie d'herbe, & doppo li
mettono in vna gran pignatta con poca acqua, & la cuoprono molto bene, & quiui col caldo, &
col tenerli stufati li cuocono, & anco in padelle con diuerse cose, che mangiano. Hanno molte
galline grandi a guisa di pauoni molto saporite, & hanno molte coturnici di quattro, o cinque
sorti, & sono alcune di esse, come pernici, hanno molte oche, & anatri di molte sorte, cosi domestiche,
come saluatiche, della piuma delle quali fanno i loro vestimenti per la guerra, & festa, &
di queste penne si preuagliono molto, per piu cose, perche hanno diuersi colori, & ogni anno la
leuano a questi loro vccelli. Hanno pappagalli grandi, & piccioli, che gli tengono in casa, & si
preuagliono similmente della loro penna. Occidono per loro mangiare molti cerui, caurioli, lepri,
& conigli, chi in molte parti ce ne sono polti. Hanno varie sorti d'herbe d'horto, & da mangiar
di diuerse maniere, di che essi sono molto amici, che le mangiano tal'hor verdi, & tal'hora in
varie minestre. Hanno vna sorte di pepe da condire, che si chiama Chil, che niuna cosa mangiano
senza esso. Sono genti che con manco cibo si sostentano, & che meno mangiano di quante
altre sono al mondo. I Signori mangiano molto sontuosamente, molte sorti di viuande, sapori,
& minestre, focaccie, & pasticci di tutti gli animali che hanno, frutti, verdure, & pesci, che hanno
in buona quantità. Si portano a i Signori tutte queste sorte di cibi, & glie le portano innanzi ne'
piatti, & scodelle, & sopra certe stuore di palma molto gentilmente lauorate, & in tutti gli
alloggiamenti ve ne sono, & vi sono anco delle sedie di diuerse sorti fatte, doue seggono, tanto basse (?)
che non sono più alte d'un palmo. Questi cibi gli mettono anco inanzi a' Signori, & vna
touaglia di bombagia con che si nettano le mani, & la bocca, & sono seruiti da duoi, ò tre scalchi, &
maestri di sala, & mangiano di quello che più loro piace, & doppo fanno, che il restant[e] sia
dato ad altri Signori suoi vassalli, che stanno quiui a fargli corte.

Le beuande, che vsano.

Fanno il vino di diuerse sorti, che beuono, però la principale, & più nobile, che vsano, è vna beuanda,
che si chiama Cachanatle, & sono certi semi fatti del frutto d'vn'albero, il qual frutto è a
guisa di cocomero, & dentro ha certi grani grossi, che sono quasi della sorte dell'offa de' dattili.
L'albero che fa questo frutto, è il più delicato di tutti gli altri alberi, non nasce se non in terra calda,
& grossa, & prima che si semini, seminansi duoi altri alberi, che hanno gran foglia, & come
questi sono all'altezza di due stature d'huomini, in mezzo a tutti duoi seminano quest'altro, che
produce questo frutto, accioche quei duoi altri alberi, per esser questo delicato, lo guardino, &
difendino dal vento, & dal Sole, & lo tengano coperto. Sono questi alberi in grande stimatione,
perche quei grani sono tenuti per la principal moneta, che corra in quel paese, & vale ciascuno,
come vn mezzo marchetto fra noi, & è moneta la piu commune: ma molto incommoda doppo
l'oro, & l'argento, et che più si costuma di quante sono in quel paese.

Come si faccia il Cacao.

Questi semi, che chiamano mandorle, ò Cacao si macinano, & si fanno poluere, & macinansi
altre semenze picciole, che hanno, & gettano quella poluere in certi bacini, che hanno con vna
punta, poi vi gettano l'acqua, & la mescolano con vn cucchiaro, & doppo l'hauerlo molto ben
mescolato lo mutano da vn bacino all'altro, in modo che leua vna spuma, laquale raccogliono in
vn vaso fatto a posta, & quando lo vogliono beuere, lo riuoltano con certi cucchiari piccioli d'oro,
ò d'argento, o di legno, & lo beuono, & nel beuer si ha da aprir ben la bocca, perche essendo spuma,
è necessario di darli luogo, che la si venga disfacendo, & mandando giù a poco a poco. È questa
beuanda la più sana cosa, & della maggior sustanza di quanti cibi si mangiano, & beuanda,
che si beua al mondo, perche colui, che beue vna tazza di questo liquore, potrà quantunque
camini, passarsene tutto il dì senza mangiare altro, & è meglio al tempo del caldo, che del freddo,
per esser di sua natura fredda.

Vn'altra sorte di vino, che hanno.

Vi sono certi alberi, ouero fra alberi, & cardi, che hanno le foglie grosse, come il ginocchio, &
lunghe quanto vn braccio, poco più, o meno secondo il tempo che hanno, & gettano nel mezzo
vn tro{n}co, che si fa cosi alto, come sono due, o tre altezze d'huomo, poco più, o manco, & cosi grosso,
come vn fanciullo di sei, o sette anni, & in certo tempo dell'anno, che è maturo, & ha la sua
stagione, con vna triuella forano questo albero da basso d'onde stilla vn'humore, che lo mettono in
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conserua in certe scorze d'alberi, che hanno, & de lì ad vn dì, ò due lo beono cosi smisuramente,
che finche cadono in terra embriachi senza sentimento non lasciano di bere, & si reputano
honore grande beuerne assai, & embriacarsi. & è di tanta vtilità questo albero, che d'esso fanno
vino, & aceto, mele, sapa, fanno veste per vestirsi huomini, & donne, ne fanno scarpe, ne fanno corde,
legnami per case, & tegole per coprirle, & aghi per cucire, & serrare le ferite, & altre cose. &
similmente cogliono le foglie di quest'albero, ò cardo, che si te{n}gono là, come quà le vigne, &
chiamanlo magueis, & mettono a cuocere queste foglie in forni bassi da terra, & dipoi struccano con
certo loro artificio di legno, dette foglie arrostite leuandoli via le scorze, ò radici, che sogliono hauere,
& di questa beuanda beuono tanto, che si embriacano. Hanno vn'altra sorte di vino di grano,
che mangiano, che si chiama Chicha di diuerse sorti, rosso, & bianco.


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